Acqua Distillata canta Ribaltavapori con Selvatica

STAZIONE MUSICASettembre 19, 2025

Dopo aver conquistato critica e pubblico con Volume Uno, torna alle porte dell’autunno il progetto Acqua Distillata canta Ribaltavapori con Selvatica, il nuovo singolo in uscita il 19 settembre su tutte le piattaforme digitali e in radio per Dumba Dischi. Il brano anticipa Volume Due, secondo capitolo che completa la collaborazione tra i due cantautori, un esperimento fuori dal tempo che intreccia cantautorato e musica sinfonica, con uno sguardo lucido e poetico sulla società contemporanea.

🎧 Ascolta il brano: bfan.link/dumbadischi-selvatica

Selvatica non è soltanto una canzone: è una dichiarazione d’amore appassionata e complessa per Trieste. Una città che appare come un’anima ribelle, affascinante e inafferrabile, capace di celare i suoi segreti dietro contrasti e bellezze nascoste. Nelle parole e nella musica, Trieste si fa musa e confidente, rivelando le sue ombre e il suo cuore più intimo. «Questa canzone l’ho cercata per anni, e finalmente l’ho trovata. Desideravo dedicare a Trieste un canto d’amore, ma il rischio di cadere nella banalità mi frenava. Ho scelto un’altra strada: raccontarla come fosse una donna, con i suoi chiaroscuri e il suo fascino» – racconta Ribaltavapori.

Il progetto prosegue anche con una campagna di crowdfunding attiva per prenotare la copia in vinile in edizione limitata di Volume Uno + Due: sostieni.link/38261.

Dietro queste canzoni ci sono due universi differenti e complementari. Ribaltavapori – all’anagrafe Antonio Uras – è un cantautore e compositore dalla doppia anima sarda e catalana. Da anni vive a Trieste, città di confine che riflette nelle sue canzoni: terra e mare, porti e nebbie, gru e colline che diventano immagini di un racconto sospeso tra realtà e immaginazione. La sua scrittura è cinematografica, intensa, fatta di suggestioni che uniscono intimità e paesaggio. Acqua Distillata, invece, porta uno sguardo delicato e minimale. Le sue canzoni sembrano sospese tra il quotidiano e l’onirico: piccole confessioni, fiabe sussurrate, pensieri che si trasformano in melodie sottili come l’aroma del caffè o come pagine ingiallite di vecchi libri. La sua musica è un rifugio dal frastuono, un riparo che accoglie chi ascolta con semplicità e poesia.

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