
Una cometa atterra a Verona. Non nel cielo, ma nello scalone elicoidale di Palazzo Maffei, dove dal 9 ottobre 2025 la nuova installazione site-specific di Anna Galtarossa, accompagnata dal sound design del premio Oscar Nicolas Becker, trasforma l’architettura in un viaggio sospeso tra mito, materia e immaginazione.
“Cometa” è una scultura sospesa, un corpo celeste lungo tredici metri che ruota lentamente in senso antiorario. Sembra cadere verso la statua di Flora, al centro della scalinata, ma si ferma un attimo prima dell’impatto, trattenendo il respiro. In questa sospensione, il tempo si dilata, la materia diventa racconto, il museo si trasforma in un cosmo domestico dove la memoria incontra la fantasia.
L’opera nasce dal dialogo tra arte e architettura, da una sfida che intreccia secoli di storia e la visionarietà di una delle artiste italiane più riconoscibili della sua generazione. Galtarossa – classe 1975, vive tra New York e Verona – ha costruito negli anni un linguaggio unico, fatto di materiali comuni e poetiche sovrapposizioni: cravatte, mollette, bottiglie di plastica, bigodini, bobine agricole, oggetti che nelle sue mani perdono la loro funzione per diventare totem, simboli, costellazioni. In “Cometa” tutto questo si ricompone in un flusso di ironia e malinconia, ecologia e meraviglia.
Il movimento lento della scultura è accompagnato da un paesaggio sonoro creato da Nicolas Becker, sound designer francese vincitore dell’Oscar nel 2021 per Sound of Metal. Le sue composizioni – suoni liquidi, echi metallici, voci che si dissolvono – si muovono nello spazio come una presenza invisibile, una memoria che evapora. Il risultato è un’esperienza immersiva, in cui l’udito completa la visione, e lo scalone barocco diventa un organismo vivo, pulsante.
Palazzo Maffei continua così il suo percorso di dialogo tra storia e contemporaneità, dopo le installazioni di Maurizio Nannucci, Chiara Dynys, Claire Fontaine, Manuel Gardina e CamerAnebbia. In “Cometa”, l’antico si lascia contaminare dall’immaginazione: la pietra si fa cielo, la spirale architettonica un’orbita gravitazionale, la caduta un invito alla speranza.
Come scrive Andrea Lissoni, direttore dell’Haus der Kunst di Monaco e autore del testo critico che accompagna l’opera: “Il viaggio luccicante e colorato che Cometa propone non celebra eroismi né rivoluzioni compiute, ma apre a ipotesi, fantasie, giochi ancestrali di cui non conosciamo le regole. La rivoluzione, per Galtarossa, non è mai un atto compiuto. È un moto che continua, un’energia che ruota e si rigenera. “Cometa” è una promessa luminosa che ci attraversa, un gesto d’amore verso la Terra e verso tutto ciò che può ancora rinascere dalle sue rovine.
Cometa
Installazione di Anna Galtarossa
Sound design di Nicolas Becker
A cura di Palazzo Maffei – Verona
Dal 9 ottobre 2025
Mi occupo di comunicazione culturale ed eventi. Curo strategie editoriali e campagne social con un occhio sempre attento alle parole, quelle giuste, e alle persone, quelle che fanno la differenza.
Nel 2021, ho pubblicato “Marketing per eventi culturali” (Flaccovio Editore); sono docente di marketing culturale, collaboro con musei, comuni, teatri, festival e riviste, alternando comunicati stampa a disappunti poetici, project management a sorteggi di libri che leggo e consiglio ogni settimana.
Vivo e lavoro nel Salento, qui dove si coltivano idee, si sperimentano linguaggi e si trovano scorci perfetti per ripensare tutto. Non so cucinare, ma so scegliere gli orecchini. Guardo troppe serie tv, amo il cinema di Woody Allen e viaggio con il mio zaino Biagio. Ho due gatti, Stanis & Gigio, e spesso invidio la loro capacità di ignorare il mondo quando serve.